In questa guida spieghiamo quali sono le conseguenze della detenzione di banconote false.
La contraffazione delle banconote è un problema difficile da arginare sia nel nostro Paese che a livello mondiale. Basta dare uno sguardo ai dati più recenti. I tagli da 50 euro sono da tempo i più falsificati. A questo proposito, la Banca d’Italia, le altre banche centrali nazionali dell’Eurosistema e la Banca Centrale Europea sono in stretto contatto con le Forze dell’Ordine e lavorano per tenere costantemente sotto controllo l’andamento delle falsificazioni. Non tutti sanno, poi, che vi è anche una frequente sostituzione delle banconote ormai consumate per mantenere alta proprio la qualità dei contanti e poter così riconoscere più facilmente quelle non originali.
In ogni caso, può capitare davvero a chiunque di ricevere una banconota falsa, pensiamo a chi è a contatto ogni giorno con il denaro come commercianti, tassisti, operatori di sportelli postali e bancari, e usarla. Per tutelarsi è possibile utilizzare un rilevatore per controllare eventuali banconote contraffatte. Risulta essere inoltre importante toccare le banconote per capire se queste siano state fabbricate con fibre di puro cotone, oltre a guardare il numero in trasparenza insieme al disegno in filigrana e al filo di sicurezza, controllare l’immagine visibile sulla striscia olografica o sulla targhetta e l’interno delle lettere EYPΩ che formano la parola EURO in caratteri greci sul fronte dei biglietti.
Se si riceve una banconota falsa in buona fede e ci si accorge che è falsa, ma si tenta lo stesso di passarla a qualcuno, ci si trova trova davanti alla volontà di spaccio. Se si detiene moneta falsa per metterla in circolazione, il reato non scatta per la detenzione, ma solo se si tenta di mettere il denaro falso in circolazione. Se, per esempio, si trova a terra una banconota falsa, si decide di raccoglierla e di conservarla senza aver intenzione di darla ad altri, non si commette alcun reato in quanto questo è configurabile solo se vi è l’intenzione dell’individuo di mettere in circolazione le monete contraffatte ricevute in malafede.
La legge, come specifica l’art. 457 del codice penale, intitolato Spendita di monete falsificate ricevute in buona fede, punisce con la reclusione fino a sei mesi o con la multa fino a 1.032 euro chiunque spende, o mette altrimenti in circolazione monete contraffatte o alterate, anche se da lui ricevute in buona fede. Se poi addirittura c’è un elemento in più come la malafede, cioè colui che spende le banconote false, o le acquista o detiene sempre al fine di metterle in circolazione con la consapevolezza della falsità, l’ipotesi integrata è quella del più grave reato ex art. 455 c.p. Ovviamente, se chi ha ricevuto il denaro contraffatto lo spaccia, ma in realtà non sa assolutamente di avere un pezzo falso, non c’è reato perché manca la volontà. In ogni caso, se si viene sorpresi, il consiglio è di non tentare la fuga o gesti inconsulti, ma di farsi sempre identificare dalle autorità competenti, l’azione, infatti, depone a favore della propria buona fede.
Risulta essere importante seguire alcuni passaggi fondamentali se si riceve una banconota falsa. Escluso il tentativo di liberarsene rimettendola in circolazione, come già accennato, l’alternativa è decidere di strapparla o di conservarla dato che la la detenzione non è punibile perché manca la volontà del soggetto di rimettere il denaro falso in circolazione. Il consiglio più saggio è comunque decidere di recarsi presso banche, uffici postali o filiali della Banca d’Italia con le banconote su cui si hanno dubbi di legittimità e fare presente il problema. In questo modo si avvierà la pratica e sarà redatto un verbale in duplice copia.
Le banconote presentate saranno a quel punto ritirate dalla circolazione e trasmettesse entro venti giorni all’Amministrazione Centrale della Banca d’Italia a Roma e indirizzate per la precisione al Centro Nazionale di analisi delle banconote sospette di falsità. Il NAC si occuperà infatti di esaminare con attenzione ogni taglio e di accertare l’eventuale falsità. Se il NAC confermerà la contraffazione, il possessore iniziale non otterrà alcun tipo di risarcimento. Se invece il NAC dovesse ritenere che la banconota è autentica, e che dunque si è trattato solo di un errore di valutazione, rimborserà l’importo al possessore inviandogli un vaglia. Chi ha consegnato la banconota e non ha ricevuto notizie, comunque, può chiedere in qualsiasi momento informazioni sull’esito dell’accertamento ad opera del NAC recandosi presso una delle filiali della Banca d’Italia presenti sul territorio.