Falsificare moneta è da sempre un reato grave, tanto che che già il Codice penale napoleonico affrontava il tema, differenziando la pena a seconda del tipo di moneta contraffatta. Ai giorni nostri, risulta ancora estremamente difficile fermare la contraffazione di banconote, fenomeno che penalizza davvero tutti, sia commercianti che consumatori. La maggioranza dei falsi, negli ultimi anni, è stata registrata nei paesi dell’area Euro, Italia compresa, dove il problema è presente maggiormente in alcune città come Roma, Milano, Napoli e Torino. In merito ai tagli, i falsari prediligono soprattutto quelli intermedi. I motivi sono due, queste banconote sono molto più diffuse e solitamente anche meno controllate da parte di chi le maneggia.
Sta di fatto che ormai le organizzazioni criminali che si occupano di falsificazione numismatica sono continuamente a lavoro per aggiornarsi. A loro favore, gioca anche l’utilizzo di macchinari sofisticati che rendono sempre più precisa la riproduzione delle banconote. La Guardia di Finanza non ha dubbi, solitamente tra i falsari c’è un professionista che ha avuto un passato proprio in una tipografia.
Nonostante sia difficile difendersi, si può e si deve comunque provare a evitare di farsi rifilare una banconota falsa seguendo alcuni utili consigli. Per iniziare, toccando gli elementi in rilievo in quanto speciali tecniche di stampa conferiscono ai biglietti una particolare consistenza. Successivamente, bisogna osservare la banconota in controluce per notare filigrana, numero e filo di sicurezza su entrambi i lati. Infine, bisogna muovere la banconota per vedere cambiare di continuo l’immagine dell’ologramma sul fronte del biglietto. Il rischio, appare chiaro, è sempre dietro l’angolo, e per questo motivo è importante scegliere un rilevatore banconote false efficace. Sarà infatti capitato a tutti di aprire il portafoglio e scoprire di avere una banconota falsa. Le riflessioni comuni sono sempre le stesse, decidere di strappare quello che si rivela essere un semplice pezzo di carta privo di valore, di consegnare la banconota falsa a chi di dovere, o pensare addirittura di rimetterla in giro. Ma la legge, giustamente, punisce azioni di questo genere.
Basta leggere il codice penale per avere un’idea più chiara. Chi mette in circolazione monete contraffatte o alterate e chi le spende commette reato. Le conseguenze sono salate sanzioni e addirittura la reclusione. La legge distingue precisamente due ipotesi diverse, quella in cui si paga con banconote false ricevute sapendo che sono false e quella in cui la persona ha moneta contraffatta al fine di rimetterla in circolazione, e qui si parla di mala fede.
Nel primo caso, la consapevolezza della falsità è successiva alla ricezione del denaro che avviene in buona fede, mentre nel secondo la consapevolezza della falsità è presente già all’atto della ricezione della moneta falsa. In entrambi i casi, comunque, si tratta di un reato perché la legge punisce, principalmente, il mettere in circolazione banconote contraffatte. Nel secondo caso però, la sanzione è decisamente superiore. Il reato di detenzione di denaro falso si ha solo se vi è l’intenzione della persona di mettere in circolazione le banconote contraffatte ricevute in malafede. Invece appare diverso il comportamento di chi spaccia il biglietto falso in buona fede, ossia ignorando che si tratta di un falso. In questo caso, non vi sarà punizione in quanto manca la volontà.
Non si rischia nulla neanche se si decide di conservare a casa delle monete false, per esempio se si è appassionati di collezionismo, basta non metterle in circolazione. Infatti il reato di detenzione di denaro falso è configurabile solo se vi è l’intenzione del soggetto agente di mettere in circolazione le banconote contraffatte ricevute in malafede.
Se si viene colti sul fatto, non scatta il reato per chi, al momento della spendita della banconota falsa, lascia a garanzia la copia del proprio documento di riconoscimento. Questa azione denota infatti la buonafede della persona.
Nel caso si abbiano dei dubbi sulla legittimità di una banconota, è sempre preferibile recarsi presso gli sportelli di una banca o di un ufficio postale o in una filiale della Banca d’Italia. Qui la banconota verrà presa in carico , con tanto di verbale in duplice in copia, per poi essere inviata a Roma presso l’apposito nucleo che prende il nome di Nac. Se l’esame delle successive settimane confermerà che si tratta in realtà di una banconota non contraffatta, l’importo verrà rimborsato all’utente tramite un vaglia. Se invece la falsità viene accertata, nulla sarà dovuto alla persona.